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figlia del caos. vagabonda nell'universo. ballerina tra le foglie.

lunedì 27 febbraio 2012

3rd day in cairo. resoconto di viaggio.

vorrei poter resettare il mio cervello. poter fare tabula rasa e reimpostarlo da zero. ma non è possibile. questo orrore mi accompagnerà fino alla fine dei miei giorni.

musica araba, canti di preghiera che sovrastano il frastuono del traffico. benvenuti al cairo.
il primo giorno l'abbiamo speso in volo, adrenalina in vena. sbarcati in territorio arabo alle 7 ora locale e abbiamo avuto modo di notare fin dal primo momento gli avvoltoi di cui pullula la città. con un taxi abbiamo raggiunto l'albergoe dopo una cena mordi e fuggi recapitata in camera, e dopo aver messo a tacere i nostri appetiti siamo sprofondati in un sonno letargico.
domenica ci siamo svegliati pronti per scoprire la città, ma ci siamo subito imbattuti in una verità scomoda: impossibile orientarsi autonomamente. dopo circa due ore di camminata inconcludente ci siamo decisi a prendere un taxi fino al centro città.
il traffico qui è a dir poco sconcertante. si finisce imbottigliati nello smog per ore, regna l'anarchia e i pedoni confidano nella mano di allah per non finire investiti.
afferrato un panino al volo (una specie di pane piatto farcito di crema di fagioli), abbiamo visitato il museo egizio, consatando con dispiacere le pessime condizioni in cui le opere sono tenute.

°*voglia di un abbraccio, voglia di un moroso°*

in serata siamo salpati a bordo di una crociera sul nilo. giochiamo alla coppia.
dopo la cena con intrattenimento di belly dancer e trottola umana ho degustato un ottimo dopocena sul balcone della nostra camera. sotto le stelle, cielo immacolato. aggiungerei l'amore, ma si sa che non si può chiedere tutto alla vita (e che cazzo). spuntino notturno per poi infilarsi sotto le coperte (ahime niente duvet da queste parti).

*sigaretta araba. dolore al culone. chiacchierata notturna...minchia mi hai ubriacata di racconti...com'è piacevole.
lunedì sveglia alle otto. colazione e trasferta sulle piramidi. cavalcato un cammello, amazing, almeno finchè non penso al poveretto che ci tiene sulle sue spalle.
martedì sera abbiamo passeggiato per il centro città. tanto tanto sonno.

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